Cardiologo Sassari

La causa più frequente è un’ ostruzione delle arterie che vascolarizzano il cuore, le arterie coronarie.

Si manifesta con dolore al petto o alla bocca dello stomaco, che può estendersi al giugulo e al braccio sinistro. È un dolore di tipo oppressivo, di durata prolungata che si accompagna a sudorazione profusa, nausea, malessere generale e difficoltà a respirare. Può esordire senza preavviso o essere anticipato nelle ore o nei giorni precedenti da sintomi simili, ma di minor durata.

Infarto miocardico e angina stabile, che differenza c’è?

Le manifestazioni della cardiopatia ischemica, cosi viene definita la malattia del cuore causata da un ridotto apporto di ossigeno allo stesso, possono essere acute o croniche. L’ infarto miocardico e l’ angina a riposo, sono manifestazioni acute. Vi sono poi le manifestazioni croniche. Nello specifico si parla di angina da sforzo (detta anche angina stabile) quando il dolore al petto, con le stesse caratteristiche sopra descritte, si presenta durante uno sforzo, o all’ esposizione al freddo oppure in seguito a forte stress psico-fisico. Caratteristicamente si presenta sempre allo stesso modo e sempre nelle stesse condizioni (ecco perché “stabile”).

 

Qual’è la causa?

L’ ostruzione dei vasi, che determina la riduzione dell’ apporto di ossigeno al cuore e quindi il dolore al petto, è causata da una placca ateromasica. Questa è una manifestazione di una patologia, aterosclerosi, che interessa la parete del vaso e che determina apposizione di colesterolo, cellule infiammatorie e tessuto fibroso, che formano una placca, la placca aterosclerotica. Questa può causare un’ ostruzione dei vasi che irrorano il cuore, che in determinate condizioni (sforzi fisici, stress emotivo) determina una riduzione del flusso di sangue al cuore, che regredisce quando lo sforzo fisico cessa. È questo il caso dell’ angina stabile, che è una patologia cronica. Se invece la placca, si rompe allora si crea un aggregato di piastrine, trombo, che ostruisce totalmente il vaso, impedendo l’ apporto di ossigeno ad una zona del cuore. E’ questo il caso dell‘ angina a riposo (detta anche “instabile”) e dell’ infarto miocardico. Nel primo caso le cellule del muscolo cardiaco subiscono un danno reversibile (ischemia), nel secondo caso le cellule vanno incontro a morte (infarto), perciò i segni dell’ infarto sono permanenti.

 

Come si cura?

Il trattamento dell’ infarto consiste nel ripristinare il flusso di sangue e quindi di ossigeno alla zona del cuore che viene irrorata da quel determinato vaso.

Come? Attraverso la riapertura del vaso occluso. Le metodiche sono due: l’ angiopalstica percutanea e il by-pass aorto-coroanrico. La prima è una tecnica mininvasiva, cioè un intervento percutaneo, in anestesia locale, in cui tramite una puntura arteriosa, accesso, in sede femorale o radiale si raggiungono le arterie coronarie e si posiziona uno stent, ovvero una retina metallica che riapre il vaso occluso. La seconda è un intervento cardiochirurgico che consiste nel “by-passare” l’ ostruzione, creando un ponte, tramite un altro vaso, per superare il vaso occluso e garantire il necessario flusso di sangue al cuore.

Il trattamento dell’ infarto deve essere tempestivo. Più tempo si attende, più il danno al cuore progredisce e aumentano le probabilità che sia irreversibile.